\\ Home Page : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Saluto con intensa gioia l'attuale rifioritura della storiografia locale la quale, quando poggia su di una precisa e solida base scientifica, innervata nella consultazione di documenti archivistici, rappresenta per l'intera comunità circostante una preziosa risorsa, in quanto latrice della ricostruzione dell'ineludibile principio dell'appartenenza. Proprio la dimenticanza di siffatto principio, perpetratasi per lungo tempo, ha prodotto inauditi scempi nel nostro territorio, lasciato, il più delle volte, in balia della improvvisazione propositiva e fattuale a danno di una progettualità consapevole e incisiva, fondata sul sincero affetto verso la propria terra, in cui risiede il tasso della ricaduta positiva e favorevole di qualsiasi azione rivolta verso gli interessi della collettività. Ed un mensile, sorto, con i migliori auspici, nella pulsante realtà di San San Gennaro Vesuviano, San Giuseppe Vesuviano,Ottaviano e Palma Campania, non può, accanto ad altre tematiche di spiccato interesse e di vasto respiro, non dare adeguato spazio a questa diffusa istanza, affidata per gentile concessione del direttore, alla mia penna in virtù dei precedenti e lunghi studi in materia. Nello specifico ormai il campo storiografico nostrano ha spazzato via dalla sua ottica procedurale le belle e statiche favole di un tempo, intessendo al loro posto una fitta rete di pagine incontrovertibili, grazie alle quali si delinea uno scenario inusitato: uomini in carne ed ossa agiscono con l'oneroso carico della loro umanità, si spostano da una parte all'altra del territorio con incredibile dinamismo, danno vita ad avvenimenti imprevedibili sotto il peso della loro ardente passionalità, versano lacrime amare nel culmine estremo della sconfitta, poco dopo si rituffano con rinnovato ardore nel vortice inarrestabile del flusso esperenziale. Inoltre l'analisi focale narrativa non delimita più le riprese esclusivamente intorno alle gesta gloriose di una classe sociale predeterminata, né procede per categorie precostituite ed artefatte, ma investe l'intera struttura sociale, cogliendola in tutte le sue molteplici manifestazioni individuali e collettive, nel momento della gioia e dell'ira, all'aperto e al chiuso, nel pagliaio e nel palazzo. Del resto l'incipit di questa storia ha, finalmente, una sua cornice temporale ben definita, il 1513, allorché Errico Orsini, sposando Maria Sanseverino, riunifica la contea di Nola, la quale includendo Avella, Lauro e i casali, la città di Nola e i casali, Palma e i casali, Ottajano e i casali, si spinge dall'interno sino al litorale. Ma siffatta felicità del conte nolano riceve un terribile scossone il 1528, allorché egli, abbandonando l'antica alleanza con gli spagnoli, passa dalla parte dei francesi, in occasione della discesa in Italia di Odet di Foix, visconte di Lautrec. La mossa strategica risulta completamente sbagliata, in quanto il campo di battaglia assegna la vittoria definitiva all'imperatore Carlo V: infatti, le sue truppe, comandante dal viceré Filiberto Cahonne, penetrano, il 22 agosto 1528, in Nola, dopo che le porte sono state spalancate di notte da alcuni parenti proditori di Fabrizio Maramaldo, uno dei capitani di ventura al soldo imperiale. La gravissima infermità, se evita ad Errico Orsini di sfuggire alla pena capitale, riservata a quanti si sono macchiati di alto tradimento, ne debella la fibra fisica nello spazio di pochi giorni, nonché ne manda all'aria tutti i piani, sui cui cocci acuminati è costretta a procedere la moglie nella penosa odissea per ottenere, almeno, i suoi beni dotali. Frattanto i battiti della politica non arrestano il loro freddo e implacabile corso al di là delle persone e dei sentimenti. Espugnata la città - capoluogo, si smembra di nuovo la contea nolana: il feudo di Palma, che ingloba Palma, Vico, Castello, Carbonara e San Gennaro, è venduto a Giacomo della Tolfa, conte di San Valentino, al prezzo di 7160 ducati. Nello stesso anno, il 1° luglio 1529, Fabrizio Maramaldo prende possesso del feudo di Ottajano, che comprende Ottajano, San Giuseppe, Terzigno e San Gennarello, dopo essersi impegnato a versare nella casse pubbliche centrali la somma di tredicimila ducati. Poco dopo, il 21 settembre 1529, la stessa città di Nola compra dalla Regia Camera l'autonomia amministrativa per sé e per i suoi sedici casali, sborsando 21.550 ducati. Da questo punto in poi le strade si diversificano in molteplici direzioni: ogni comunità, diventata "autonoma" anche nella delimitazione circostanziata dei propri confini, scrive nuovi capitoli storici a responsabilità sempre più personale.
Il 20 aprile 1461 il re Ferdinando I di Aragona concede in dono a Roberto Sanseverino la città di Caiazzo. Quindi nell'anno 1461 concede a Roberto i castelli e le terre di Campagnano, Allignano e i casali di Squilli per la ribellione di Giovanni Celano. Nell'anno 1483 Roberto cede tutti questi possessi al figlio Giovanni Francesco. Nel 1502 Roberto Ambrosio Sanseverino, essendosi ribellato, viene privato di Caiazzo e degli altri possessi ...
5 giugno 1785. Il nominato territorio della Starza della Regina (Giovanna II, moglie del re Ferrante I di Aragona, n. d. r.) sta posto nel recinto del territorio di Somma, poco lungi dall'abitato della medesima ed è di figura multilatera; la sua superficie forma un piano inclinato, elevato alquanto sull'orizzonte dalla parte di mezzogiorno; e confina nella seguente maniera: principia il confine dal luogo detto il Purgatorio, ove il torrente chiamato il Lagno della Starza attraversa la pubblica strada, che da detta città conduce al casale di S. Anastaso; e camminando per un muro tramezzante detto Torrente e il territorio si cala nell'alveo del suddetto; indi con proseguire il cammino verso settentrione per il detto torrente, si giunge alla pubblica strada, che da Somma conduce alla chiesa di Santa Maria del Pozzo; ed ivi il confine lascia detto Lagno e si ripiglia per la strada suddetta, fin che giunge nel principio dello spiazzo avanti detta Chiesa. Da questa girando a sinistra versoponente e camminando per la pubblica via, si ritrova sulla man sinistra la Casa del Passo ((Estratto da una relazione originale)).
La chiesa parrocchiale di Casavatore è dedicata a San Giovanni Battista. Il cappellano è don Antonio di Allegretto di Maratea, incaricato di celebrare una messa ogni domenica e negli altri giorni festivi. La chiesa può contare sulle seguenti rendite: trentotto carlini pagati dall'ospedale degli Incurabili, diciassette carlini pagati da Luigi Maiorana.... Vi sono i seguenti arredi ed oggetti sacri: un calice con la coppa e la patena di argento e il piede di rame; una pinate di domasco, tre amitti, una stola e il manipolo; quattro tovaglie, un messale. Inoltre don Antonio de Allegretto afferma che nella chiesa vige anche un altro beneficio legato all'altare di Santa Maria di Grazia, sul quale egli, in qualità di cappellano, deve celebrare una messa alla settimana in virtù del provento di venti carlini annuali.
Martedì, 29 agosto 1542, gli incaricati episcopali si recano a Secondigliano nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Funge da cappellano don Domenico Guadagno di San Severino, che si occupa della cura della anime. Nella sacrestia vi sono i seguenti arredi e oggetti sacri: un calice d'argento con il piede di rame, una pianeta di domasco incarnato, un camice, un amitto, una stola e un manipolo, un messale. Questa chiesa gode del beneficio di una perpetua cappellania, che non ancora è stata fondata né eretta, il cui cappellano è don Giovanni Conte di Miano. Egli è obbligato a celebrare due messe alla settimana in cambio dei proventi derivati dai prodotti di un terreno di sei moggia, allocato nelle pertinenze di Secondigliano, dove si dice Sant'Aniello.
Corre il 20 settembre 1843, allorché sul tavolo dell'Intendente arriva una richiesta da parte di alcuni cittadini di Pago, mirata ad ottenere la riunificazione amministrativa con Marzano, di cui ha fatto parte integrante fino al 1817. L'istanza, che coinvolge in pieno anche i casali di Sopravia e Pernosano, appare quanto mai strana, dal momento che sarebbe stato naturale se fosse stata di segno opposto.
La chiesa parrocchiale di Scisciano è intitolata a San Germano. Il suo rettore è don Felice Borzillo. All'interno di essa vi sono le cappelle di San Giovanni Evangelista, del Santissimo Rosario, di Santa Maria di Grazia e della Santissima Annunziata. I parrocchiani sono quattrocentoquaranta. Reggono la confraternita laicale di San Giovanni Battista i maestri don Angelo Castellano e don Alessandro Burzillo.
La chiesa parrocchiale di Pomigliano è quella di San Felice. Essa è retta da don Pietro Aniello de Covelli. Collaborano con lui nella cura delle anime due cappellani in cambio di trenta ducati annuali a testa. Ne amministrano le rendite due maestri laici, individuati ogni anno nell'assemblea pubblica, delegata, il 1° settembre, ad eleggere il sindaco e gli Eletti (assessori).
Ci addentriamo nella chiesa di San Nicola, parrocchia di Cisterna, sulla scorta di quanto afferma il parroco, don Giovanni Domenico Sgambato. Innanzi tutto sappiamo che i suoi parrocchiani ammontano a quattrocentocinquanta persone. Inoltre egli ricorda con esattezza tutti i possessi terrieri ecclesiastici, ubicati in diversi luoghi, di cui non è inutile ricordare i nomi, non solo perché il loro suolo favorisce la produzione di aglianico e di asprino, quanto perché la loro identificazione è ormai scivolata dal patrimonio collettivo: Corcioni, Croce, Felecara o Castella, Carrafeschi, Nocellivolo, San Giovanni e Fossato. A questo punto egli ci indica le singole cappelle, di cui ognuna gode di un beneficio, latore dell'obbligo della celebrazione di messe. Infatti, sull'altare della cappella di San Michele Arcangelo, ubicata dalla parte del vangelo dell'altare maggiore e dotata di una tovaglia e di due candelieri, si celebrano una messa la settimana in suffragio dell'anima di Giovanni Domenico d'Angelo, secondo il testamento del notaio, sei messe in suffragio dell'anima del padre del suddetto Giovanni Domenico; sull'altare della cappella dell'Assunzione della Madonna si celebrano tre messe l'anno per l'anima di Francesco Antonio Rossilli; sull'altare della cappella della Concezione della Madonna si celebra una messa la settimana per l'anima di Silvestro Romano; sull'altare della cappella di Santa Maria del Carmine tre messe la settimana ed una messa al mese per l'anima di Ferrante Mafellotto; sull'altare della cappella di San Giacomo si celebrano dodici messe l'anno per l'anima di Marco Gauditano; sull'altare della cappella di Santa Caterina una messa la settimana per l'anima di Giovanni Battista Valenzano; sull'altare della cappella di Santa Maria della Grazia due messe la settimana per le anime di Pietro e Francesco Guerra.
15 marzo 1594.
Dal principio del suo regno sempre ha avuto reclami da parte di diversi particolari del danno che fanno le acque che sorgono nei regi lagni che sono nei territori di Nola, Marigliano, la Cerra sino a Capua e vanno a finire al fiume e marinara di Patria tanto per lo allagare che fanno per finitissimi terreni che restano incolti come altri ancora che si coltivano e seminano e poi viene la piena dell'acqua o con il spesso piovere o con il sorgere di terra,... con infinito danno dei patroni e con sgorgare di dette acque, così è causato danno e sono morte a infinite persone. Nel mese di maggio 1588 comandò che il marchese di Grottola e quello di Lardello del Consiglio Collaterale, don Pietro Castellet, presidente di questa Camera, e Giovanni Andrea Capano, ordinario deputato e commissario dei regi alcuni ingegneri andassero nei luoghi predetti e provvedessero. Il 9 maggio i suddetti ingegneri e Genovese Bresciani, Benvenuto Tortelli e Pietrantonio de Santis, avendo riconsciuto i luoghi se ne fece una pianta. Essi hanno riconosciuto il lagno che comincia dal Ponte della Bracciolla, contiguo alla masseria dei Gesuiti, nel territorio di Nola, continuando il suo corso fino al Ponte della Povertà .... riceve due lagnuoli, l'uno viene da mano destra, che si chiama il lagno della Canonica e l'altro dalla sinistra che si chiama Termine Bianco i quali ricevono le acque delle terre vicine e da detto ponte continuano il detto lagno tra il territorio di Nola e di Marigliano. (nella busta con 4a e 7a).