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Note cinquecentesche sulla chiesa di Madonna dell'Arco
Gli inizi della chiesa di Madonna dell’Arco vanno ricercati nell’antica cappella abbandonata, ove era affrescata l’immagine della Vergine Maria. Essa divenne centro dell’attenzione generale del tempo in seguito a molti miracoli avvenuti in loco, per cui il papa Clemente VIII, al fine di dotare il luogo pio di un buon amministratore spirituale e temporale, data la continua richiesta di assistenza religiosa e di controllo delle numerose offerte provenienti dai fedeli sempre più crescenti, vi mandò, nel settembre 1592, per mezzo della Congregazione dei Vescovi e Regolari, padre Giovanni Leonardi della Congregazione della Beata Vergine di Lucca. Costui, giunto colà con altri sacerdoti, si immerse con indomita esattezza nel compito affidatogli dal sommo pontefice, obbedendo ciecamente agli ordini del cardinale di Sans, Nicolò di Pelve e del cardinale Alessandrino, al secolo Michele Bonello, ambedue capi della congregazione dei Vescovi e Regolari. Di lì a poco, al’inizio del 1593, egli diede inizio alla costruzione della chiesa secondo il modello e il disegno della chiesa di Santa Caterina a Formello. A fronte della fiumana dei fedeli, provenienti non solo da tutto l’hinterland napoletano, e delle immani entrate economiche, il pontefice, volendo dotare la chiesa di un governo stabile e duraturo, deliberò di affidarne la direzione ai padri regolari Teatini. Poiché questi rifiutarono l'incarico per motivi inespressi, il pontefice la concesse, nel mese di febbraio 1595, ai padri riformati di San Severo dell’ordine di San Domenico della Congregazione di Santa Caterina da Siena, di cui almeno dodici rappresentanti avrebbero dovuto inverare il piano pontificale. Ma i padri domenicani, avvertendo un notevole disagio sia per il vitto sia per la prosecuzione della costruzione della chiesa nonché del convento, chiesero la diretta amministrazione delle rendite ecclesiastiche. A questo punto scattarono numerose pretese sia da parte di Somma quale città capoluogo sia da parte del casale di Sant’Anastasia, entrambi desiderosi di ricavare qualche beneficio economico dalle rendite ecclesiastiche.....
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