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Il sangiuseppese Giuseppe Ammirati nelle note di un esposto narra la lotta politica tra San Giuseppe e Ottaiano
8 ottobre 1887. A S. E. il Ministro degli Interni. Poiché all'Autorità superiore è debito di lealtà e di reverenza dir tutto e nulla pretermettere, bisogna scovrire gli altarini e porre un pochetto in mostra il dietroscena. Sindaco di Ottaiano è un prete di cognome Bifulco (Giuseppe n. d. r). Membro della Deputazione provinciale di Napoli é l'ingegnere Ernesto Bifulco, fratello di quel Sindaco. Da un po' di tempo a questa parte ferve aspra lotta fra il Capoluogo del Comune e la cosiddetta Frazione San Giuseppe; la quale, popolosissima com'é, con propria Stazione ferroviaria, con proprio Ufficio postale, con proprio Ufficio telegrafico, con una propria Caserma dei reali Carabinieri, con una Banca si agita giustamente per essere eretta in Comune separato a norma dell'art. 15 della legge provinciale e comunale. Ciò dispiace ai sopracciò del Municipio. Cesserebbe la loro importanza; la pasta da manipolare resterebbe di molto assottigliata; il Comune ragguardevole di Ottaiano sarebbe stremato alle proporzioni di un Comunello qualsiasi. Ma, poiché a raggiungere un siffatto scopo occorrerebbe l'adesione del Consiglio provinciale ed in questo siede un Bifulco, così l'onesto intento finora non ha potuto essere conseguito. Ed ecco un lievito grave di malumori fra gli Amministratori comunali, che sono del Capoluogo, ed i cittadini influenti della Frazione di San Giuseppe nel cui novero appunto trovasi l'Ammirati. Costoro combattono le candidature di Ottaiano e lavorano quanto meglio sappiano e possano perché il potere esca una buona volta dalle mani di una certa cricca; la quale, come se fosse un'ostrica, non si lascia sradicare e si è stretta profondamente alla greppia. Inde irae. Ed appunto dall'acutizzarsi delle ire partegiane nacque la persecuzione all'Ammirati, si guardino le date, e si vedrà che procedono con sincrono parallelismo. Si era in pace; ed i sopracciò del Municipio (altro che ostacolare!) si prestarono anzi volenterosi perché l'impianto del mulino avvenisse. Nell'anno decorso si acutizzò lo stato bellicoso; ed ecco sorgere le persecuzioni a danno dell'Ammirati ........ Stavano dunque maturando qualche altro disegno allorché in sul cadere di luglio ultimo ebbero luogo le elezioni amministrative. La battaglia fu aspra davvero. La famiglia Bifulco combatteva pro ara et focis. Per compiuto quinquennio scadevano in una volta il Sindaco sacerdote Bifulco ed il Consigliere ingegnere Bifulco. Giocando di sopraffazioni e di violenze, fecero passare anco una volta la così detta volontà del paese; ed i loro nomi, per quanto tirati proprio col forcipe, uscirono novellamente gloriosi e trionfanti dall'urna fatale. E, poiché dopo la proclamazione delle risultanze elettorali si cominciò a pensare a trar vendetta degli avversari, certo tra costoro non poteva essere dimenticato l'Ammirati; che, persona influente, aveva speso tutta quanta la sua opera onde, pel meglio delle Aziende pubbliche, i signori Bifulco non avessero avuto la vittoria nella lotta che con tanto livore combattevasi. ....... Ci sarebbe da ridere a crepapelle, se non ci fosse da piangere per lo strazio che certi tirannelli in miliardesimo fanno di quelle libere istituzioni, che tanto abbiamo anelato e le quali frattanto sono state create per la tutela e per la salvaguardia, non già per la negazione dei diritti più rispettabili dei cittadini!
questo articolo sintetizza in maniera eccezionale la storia dei rapporti tra San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano.
Di
Anonimo
(inviato il 12/04/2009 @ 20:48:48)
L'articolo si lascia apprezzare per la semplicità delle idee.
Di
Anonimo
(inviato il 24/04/2009 @ 20:09:06)
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