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QUALCHE PAROLINA AL SIGNOR CONTE CAMILLO DI CAVOUR
31 marzo 1861. Giuseppe Gervasi ................ Sentite, Conte strenuissimo, voi ci avete considerati e forse ci considerate tuttavia i più solenni minchioni di questo mondo. Fino a un certo punto, voi non avete torto. Voi ci avete canzonati e noi zitti. Voi ci avete ingannati e noi zitti. Voi ci avete traditi e noi zitti. Voi ci avete spogliati e noi zitti. Voi ci avete arrestati e noi zitti. Voi finalmente ci avete scannati e noi zitti.......... Per bestia che sia un uomo, per scellerato che sia non può spingere la scelleratezza e la bestialità fino a commettere le sciocchezze e le scelleraggini che avete commesso voi. Voi dunque avete agito in considerazione di un calcolo. E' chiarissimo. Voi in Napoli non avete più un amico, voi siete esecrato ...... ............ Io credi di adempiere al mio obbligo di cittadino e di giornalista pubblicando qui appresso alcune lettere dalle quali gli italiani tutti vedranno che quando si era in tempo non si è mancato di scongiurare ciò che poi è avvenuto e che indubitamente dovea avvenire.
Giuseppe Gervasi, direttore de La Pietra Infernale.
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