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Le origini storiche di San Giorgio a Cremano
Marcantonio Caracciolo, marchese di San Sebastiano, raccoglie il prezioso frutto del suo servizio nel momento in cui il re Filippo IV gli regala la terra di San Giorgio a compenso dei suoi meriti, come attesta la scrittura di Stefano del Giorno che ne conserva la traccia memoriale. Il beneficiario entra nel possesso del bene il 13 febbraio 1646, allorché firma il relativo rogito nello studio del notaio napoletano Giovanni Battista Brancale. L'opposizione decisa degli abitanti, mirata a invalidarne la donazione in tutti i modi, trova un alleato fedele nel viceré, ma ben presto è destinata a cadere di fronte alla voce autorevole del giudice del Collaterale, il cui presidente Marcuzio, richiesto del suo parere dagli omologhi della Sommaria, ritiene legittima a tutti gli effetti la suddetta concessione. Le due parti in causa, onde evitare qualsiasi litigio in materia, giungono ad una bonaria transazione in virtù della quale il marchese si mostra concorde a privarsi di alcune prerogative feudali, quali le angarie e le parangarie: le singole voci dell'accordo entrano nel nuovo rogito del 4 febbraio 1647, stilato da Giovanni Battista Brancale. Successivamente, in seguito alle benemerenze mostrate da Giovanni d'Austria verso San Giorgio, il marchese sottoscrive con la controparte un ulteriore accordo, basato sul totale riconoscimento della fine della feudalità e, quindi, l'incorpamento del territorio sangiorgese nel demanio napoletano, previo il pagamento di cinquemila ducati.
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