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RINGRAZIAMENTO DEI NAPOLETANI AI DEPUTATI REDUCI DA TORINO
Bravo! Bravissimo, illustri rappresentanti del popolo, che sì fedelmente trattaste i grandi interessi dei vostri coabitanti del Sebeto! Abbiate i cento evviva, le mille grazie da parte di ognuno di noi, del paese tutto incantato dalle Sirene e continuate sempre nell’arringo così gloriosamente iniziato! Ma bando ormai all’ironia. Infedeli! Così si adempie il più sacro dei mandati! Così rispondesi alla fiducia che riposero in voi i vostri concittadini! Così si rappresenta un popolo eletto che vi chiamava a suoi fermi rappresentanti nel primo parlamento d’Italia! O credeste, signori deputati, che la elezione del popolo e l’altissimo onore a voi conferito fosse stato un semplice compenso ai vostri altissimi meriti che non mostraste di avere, ovvero un gratuito e doveroso coraggio alle altissime vostre virtù cittadine che pure non mostraste di possedere? Si, voi in buona fede doveste credere che la nomina a Deputato al parlamento Nazionale veniva fatta pei vostri esclusivi vantaggi, per ingraziarvi coi capi del governo, affinché seguendo ciecamente le sue pretensioni, e strisciando intorno ad esso poter buscare una qualche segreteria di stato, una nomina di governatore, di direttore o qualunque altra cari cuccia simile. Ma la sbagliaste, messeri nostri; ché la pubblica coscienza vi maledisse, condannò la vostra condotta e vi crede indegni del nome napolitano. Voi seguendo ciecamente la infausta politica del governo eccentrico di Torino, faceste in pochi mesi (oh prodigio straordinario di falsa politica) indietreggiare di mezzo secolo la patria nostra! Voi spegneste con la complicità del governo torinese il brio nazionale un dì tanto ingigantito nei focosi abitatori del Sebeto! Voi sanzionaste con la vostra passività la spoliazione del paese, la distruzione immatura di istituzioni secolari! Voi seminaste un malcontento così generale in tutte le classi della società nostra da non trovar riscontri negli annali della storia! Voi offendeste l’amor proprio di noi altri Napoletani additantoci come intemperanti presso il governo e lo rendeste sordo ai nostri giusti lamenti! Voi distruggeste inopportunamente la nostra autonomia governativa senza additare le risorse diverse pel gran numero di gente che rimaner doveva inoperosa dietro quella soppressione; e ciò consigliaste in momenti solenni in cui l’azione governativa doveva spiegarsi il più dappresso che si poteva alle località dove erano e sono tuttavia i più mostruosi disordini a riparare ed i più grandi interessi a regolare e proteggere! Voi niuna parola spendeste a pro dei generosi patrioti dell’armata napoletana che rifuggirono di combattere sotto il nefando vessillo borbonico, quando gli insolenti ministri Fanti e Ricasoli davano loro gli epiteti ignominiosi di traditori e vili!
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