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Manifesto borbonico del 2 gennaio 1864: Omaggio dei Napoletani al re Vittorio Emanuele
Se calpestando ogni diritto divino ed umano, volontario ti cacciasti nelle lordure della rivoluzione ed ora trascinato sulla sua corrente sei per la china a subirne la finale catastrofe; se dopo l’assassinio dei Sovrani e dei Popoli d’Italia per cui hai versato fiumi di sangue innocente, hai steso la mano sacrilega alla Casa di Dio e sui popoli traditi riducendo il nostro sventurato paese una squallida prigione di miseria, ti lusinghi colle riviste militari, con i viaggi e le procurate feste illudere ancora i Napoletani ad addormentarli nella dura servitù per puntellare il tuo usurpato e cadente potere ….. t’inganni.
Ad onta delle barbare leggi, dei voti satelliti che ti circondano e delle bajonette che supponi ti possano difendere … non siamo un popolo di schiavi, noi fra i ceppi ed il patibolo franco ti parliamo, come si conviene se un uomo che si è messo fuori da ogni legge.
Dopo lunghi anni di calamità e di dolorosa esperienza, l’illusione è svanita, l’inganno si è dileguato, il tuo riapparire fra noi equivale a quello d’infausta cometa apportatrice di nuove sventure che le piaghe sanguinanti dell’infelice Patria nostra rimuova!
Che dunque pretende da noi? Le nostre sostanze? Se si tutte rapite! La nostra proverbiale prosperità? Non vi è che lo squallore! La nostra gioventù per lanciarla in guerra fratricida? E’ tutta in armi per le campagne a pugnare contro la tua usurpazione! Le nostre acclamazioni? Le avrai se da ottantamila prigionieri politici, da duecentomila famiglie che hai ridotto alla mendicità, dal clero tutto incatenato e proscritto, da dieci milioni di uomini insomma cui non hai lasciato che l’ultimo anelito di vita e questo ti maledice ed impreca quale flagello di Dio.
Credi forse di regnare sulle nostre intestine discordie? Sappilo che se pur divisi in tutt’altro siamo però tutti concordi nell’odiarti, ché tutti hai tradito ed oppresso! Che se a tal grado di brutalità e di barbarie sei giunto da non sentire il rimorso delle tue nefandezze, onde hai emulato e vinto tutti i sovrani, tutti i più grandi scellerati della storia, non ti lusingare però che le feste ufficiali che per te si fanno collo stremo dei sudori e del sangue dei popoli o imposte dal terrorismo dei tuoi spietati manigoldi siano contrassegno di simpatia e pubblica gioia! No, sono un prato fiorito nel quale si nascondono velenosi rettili! Sono una amara ironia, un solenne oltraggio che gli stessi uomini del potere per sordido profitto o per covrire enormi furti, fanno alla tua odiata persona! Sappilo, l’Europa civile, la Diplomazia, il mondo intero hanno portato il loro severo giudizio sulle opere nefande del tuo infernale governo e sulle nostre giuste querele. Poc’altro e col nostro compiuto trionfo l’Italia sarà libera dalla sua importuna esistenza sappilo, non si conculca impunemente la giustizia né gli interessi e la pace dei popoli!
Dileguati dunque presto dal nostro sguardo ché questa classica terra tanto da te straziata sotto i tuoi passi ti ributta ed abomina! Dileguati mentre noi anche una volta abbiamo la soddisfazione di ripetere lo storico grido: viva l’Autonomia e l’Indipendenza delle Due Sicilie.
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