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L'acqua affluisce a Napoli attraverso due canali, uno più antico chiamato Olla, Volla o Bolla e il secondo, finito di costruire nel 1634 circa, denominato Carmignano. Le sorgenti pubbliche, invece, sono cinque: Santa Maria la Nuova o Acquaquilia, San Pietro Martire, Leone, Marinella e Santa Barbara. Nello spazio compreso tra Pomigliano d'Arco e Somma le acque zampillano in alcune grotte che danno origine a quattro condotti o bracci: Preziosa, Tavernanova, Benincasa e Calzettaio che portano l'acqua nella casa costruita poco distante dal Salice. A questo punto una parte minima si riversa nell'alveo Criminale, anima vari mulini privati e forma l'attuale Sebeto. La maggior parte, invece, accresciuta dall'afflusso idrico del quarto braccio, detto Nuovo o Sottocorrente e sito a venti passi dalla suddetta Casa, scorre nelle cavità sotterranee in maniera quasi parallela alla strada di Puglia. Il distacco avviene poco dopo, allorché, seguendo un proprio tragitto indipendente, raggiunge il luogo chiamato Pepe, ove raccoglie le acque defluenti lungo il canale. Quindi, va ad alimentare nel palazzo della Regina Giovanna una ferriera, i mulini di Apicella e di San Teodoro, e due fontane di Poggioreale. Prima di Porta Capuana perde un ramo idrico detto San Giovanni a Carbonara che prosegue la sua corsa attraverso l'Orticello in direzione della Porta di San Gennaro. In itinere altre diramazioni se ne distaccano per tracciare un loro tratto autonomo su entrambi i lati. Poco prima di toccare la meta finale, un altro ramo idrico accompagna il solco della strada Maddalena fino all'angolo dell'Annunziata. Alla fine, la corsa confluisce in città, precisamente, nella località denominata la Formella prima di Castel Capuano .......
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