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La strana investitura del cancelliere a Cardito
Di Admin (del 12/02/2009 @ 20:26:37, in articoli, linkato 2464 volte)
E' prerogativa di Cardito, al pari di tutti i casali di Napoli, ogni anno eleggere in pubblico parlamento un cancelliere, deputato a conservare il libro delle delibere e il suggello della Uuniversità. Invece, il 1° settembre 1792, si stravolge la prassi, allorché subentra nella carica di governatore Antonio d’Isanto, foriere dei miliziotti. Quest'ultimo dà i primi segni di discontinuità con il passato, allorché, invece di recarsi dagli amministratori locali per ottenere nelle debite forme il possesso della carica, si reca nel palazzo baronale, ove, avendo mandato a chiamare gli amministratori ed il cancelliere Pasquale Perone, vuole obbligare questi a dargli subito il possesso. Al rifiuto dell'interpellato, che chiede il documento della "venia" accordatagli per l’esercizio della carica , nonché la liberatoria del precedente governo, il d'Isanto monta su tutte le furie ed essendosi appena degnato di esibire la liberatoria, strappa dalle mani del cancelliere Perone il libro delle delibere ed il suggello,. Quindi li consegna a un tale Felice di Guida, dipendente dell’erario baronale, da cui si fa distendere a suo modo l’atto del possesso con la pleggeria di due miserabili, uno dei quali non è cittadino e l’altro è sotto la patria potestà, minacciando, nel contempo, fulmini e saette contro quelli che sostengono le liti contro il possessore di quel feudo. La investitura, lasciata correre dal potere centrale, si protrae per un pò di tempo, finché non entra in ballo la magistratura, nello specifico i giudici della Gran Corte della Vicaria, con gravi accuse di varie falsità. Di qui parte l'ordine di carcerazione, a cui l'imputato si sottrae con la fuga definitiva. Solo a questo punto Cardito può sperare, nell'anno successivo, di eleggere nel modo legittimo il proprio cancelliere.