Il brigante Crocco si autorappresenta (prima parte)
Di Admin (del 08/07/2011 @ 17:05:02, in Articoli, linkato 2323 volte)
Nella tradizionale storia dei secoli campioni ed eroi appellati furono coloro che negli sconvolgimenti e cataclismi sociali seppero alta elevare la fama del loro nome sopra la sfera degli ultimi uomini segnalando le di loro prodezze portenti di Genio elevato e mai sempre con degni di ammirevole umano applauso. Per far si che un uomo del Cielo dotato di codesto Genio sublime e portentoso riscuotere possa meritare l’immortalità del suo nome e renderlo famoso alle future genti ed alle imperiture posterità l’è d’uopo che le sue gesta, le sue famose azioni siano universalmente note e manifeste sui pubblici giornali che contrassegnano e trascrivano tali fatti nella compilazione della patria storia. Immortali al vero ed imperituri di famosa rinomanza sono i nomi di Orazio Coclite, di Muzio Scevola, di Furio Camillo, di di Cassio e Bruto, di Siccio Dentato, di Coriolano e Collatino e di quanti altri mai invitti romani Eroi eternarono ai posteri i loro nomi nella Patria memoria per costantemente combattuto e sofferto ogni periglioso malanno. Lunga e quasi infinita sarebbe l’analisi cronologica di codesti umani Geni che in tutti i secoli e in ogni età alto levarono l’accento del loro nome immortale lasciandolo in retaggio ai futuri nipoti e concittadini fedeli, che in ricorrenza di tempo opportuno con entusiasmo patriottico accalorarci per imitare le patrie operate imprese. Epperò ogni Nazione, ogni Regno, ogni popolo, ogni villaggio o contrada viva sempre mai perenne ed immortale consacrò famosa la bravura, il coraggio l’eroismo, il patrio zelo e la costante leale fedeltà dei loro campioni e nella ricorrenza delle sociali riforme riaccesero nei petti dei concittadini l’ira e lo sdegno a riportarne dei conculcati diritti compiuta vittoria contro gli usurpatori. Quindi in ogni secolo i popoli oppressi nelle violenze delle rivoluzioni seguirono coraggiosamente l’uomo del Genio invincibile che di maggior acume ed intendimento dotato li precedeva, consigliava, dirigeva nel tumultuoso movimento rivoluzionario del patrio riscatto, affrontando con decisa determinata volontà, non solo i sanguinosi incontri ed attacchi, ma ancora la fame, il freddo, il gelo, l’intemperie delle stagioni, la privazione di ogni piacere nonché la morte medesima la più orrenda spietata, come Attilio Regolo per riscatto della Patria oppressa contro gli Africani, dopo tanti campestri sanguinolenti combattimenti fu dai medesimi seviziato , torturato, tagliate le palpebre degli occhi, del naso della bocca e tanti altri orrendi supplizi con una morte la più miseramente crudele e col suo proprio sangue salvò la patria e suggellò eterna la sua memoria. E chi per Dio in questo secolo decimonono ardisce negar per poco grato immortale ricorrenza ai campioni invitti della greca ancor fumante rivoluzione, che con tanto sangue stanno rinfrancando la terra dei Pericle, Milziade, Temistocle nell’Areopago città di Atene che per tanti secoli decorsi dettò leggi di civiltà alle europee contrade? Ah si che capi di così fatta greca rivoluzione vivranno immortali alle memorie delle loro succedenti posterità del greco progresso facendo scintillare la luce del primiero valore e splendore del sangue famoso dei greci Eroi. In questo secolo di popolari franchigie cittadine libertà chi potrà mai mettere in dimenticanza il valoroso nome di quei polacchi che fanno rosseggiare del loro proprio sangue le patrie zolle per affrancarsi dalla straniera tirannide orientale, seguendo le orme dell’invito Paniatocchi (sic) che gliene segnò con la sua morte la strada della polacca cittadina nazionale libertà?
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