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San Giorgio a Cremano all'indomani della seconda guerra mondiale
Di Admin (del 07/05/2011 @ 23:11:59, in articoli, linkato 966 volte)
Il governo militare alleato, sub regione di Resina, il 9 ottobre 1943, nomina come commissario prefettizio di San Giorgio a Cremano l’avvocato Eugenio Amendola, il quale, iscritto al partito socialista fin dal 1898, paga il suo tributo ideologico con la persecuzione e la persecuzione durante il ventennio fascismo. Egli dovrebbe sostituire gli avvocati fascisti Francesco Sparano e Giuseppe Cardini, rispettivamente, commissario e vice commissario prefettizi. A fronte dell’atteggiamento dilatorio della prefettura, l’avvocato Eugenio Amendola, il 4 novembre successivo, presenta le dimissioni al governo militare subregionale, il quale le respinge. A sorpresa la prefettura, il 22 dicembre 1943, nomina come commissario il ragioniere Salvatore Ambrosio, iscritto al partito fascista fino al suo scioglimento e impiegato al consiglio provinciale delle corporazioni alle dipendenze del gerarca Tecchio. Venuto a conoscenza di ciò, il governo militare invita l’Amendola a rimanere in carica, mentre la prefettura gli chiede, l’8 febbraio 1944, di dare attuazione all’insediamento di Ambrosio nella carica di commissario. L’interessato ottempera all’ordine prefettizio. Puntualmente giunge la netta e intransigente interdizione da parte del comitato di liberazione che, messo alle strette dall’ulteriore diniego di Amendola, nomina, il 13 aprile 1944, il dottor Salvatore La Campa sindaco di San Giorgio a Cremano. L’iter riserva ancora la sorpresa finale: nel momento in cui ulteriori indagini portano a galla di quest’ultimo l’appartenenza al partito fascista fino al suo scioglimento, il comitato ritorna sui suoi passi, fa le dovute pressioni su Amendola e lo induce ad accettare la nomina di sindaco.